Il 12 ha dipinto alcuni ritorni. Era a suo modo un tram dolce, ora posso dirlo.
Amavi in me lo sguardo lontano, il tuo forse, e quella che chiamavi
La mia rara risoluzione dell’anima.
Foto rubate mentre ridevi compito, di me ovviamente.
Eppure non ricordo a quale mostra, era solo come se tutto tra noi diventasse dettaglio.
Timidi raccoglievamo i commenti, senza sapere cosa farcene.
Capelli folti, pelle di alabastro.
Le tue radici, il mio tornare a casa.
Era più amaro il racconto, ma come i ritratti che nascondi di me
Ho dimenticato.
La ferita insolente sul tuo cuore fresco, il Planetario che mi hai insegnato a amare.
I pasticcini di seconda mano che tuo nonno avrebbe voluto offrire agli ospiti.
La tua morale era questa: tu dona qualunque cosa e verrà accettata.
Ma la storia più bella é quella che tu e io non abbiamo mai vissuto.
Tu guardavi i pasticcini, e io la forma lasciata dai denti.
